Giurisprudenza codice della strada e circolazione stradale
Sezione curata da Palumbo Salvatore e Molteni Claudio

Cassazione Penale, Sezione quarta, sentenza n. 5891 del 13 febbraio 2023

 

Corte di Cassazione Penale, Sezione IV, sentenza numero 5891 del 13/02/2023
Circolazione Stradale - Art. 186 del Codice della Strada - Guida in stato di ebbrezza alcolica - Prelievo ematico svolto per finalità terapeutiche - Avviso al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore - In tema di guida in stato di ebbrezza sotto l'influenza dell'alcool, la polizia giudiziaria deve dare avviso al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore sia quando il prelievo ematico per accertare il tasso alcolemico venga effettuato presso una struttura sanitaria, sia quando l'accertamento venga svolto sul prelievo ematico già operato autonomamente dalla struttura a fini di diagnosi e cura. Tale obbligo non può ritenersi soddisfatto solo sulla base di una prassi sistematicamente adottata dall'ospedale o quando appare evidente che le analisi sono state effettuate solo dopo che sia pervenuta la richiesta dall'organo di polizia che aveva accertato il sinistro stradale.


RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Torino, pronunciando sul gravame nel merito proposto odierno ricorrente (Soggetto 1), con sentenza del 1/2/2022 ha confermato la sentenza con cui il Tribunale di (Omissis), in composizione monocratica, il 13/9/2019, all'esito di giudizio ordinario, concessegli le circostanze attenuanti generiche ritenute equivalenti alla aggravante contestata, lo aveva condannato alla pena di mesi due di arresto ed euro ottocento di ammenda in quanto riconosciutolo colpevole del reato di cui all'articolo 186, co. 2 lett. B, 2 bis e 2 sexies del D.L.vo n. 285/1992, poiché si poneva alla guida del motoveicolo (Omissis) tg. (Omissis) di sua proprietà in stato di ebbrezza dovuto all'assunzione di bevande alcoliche, come evidenziato dagli accertamenti effettuati dal laboratorio analisi Chimico-Cliniche e Microbiologiche presso l'Ospedale (Omissis) di (Omissis), che dava esito positivo con tasso di alcolemia pari a 1,50, con l'aggravante di avere provocato un incidente stradale con l'autovettura Mercedes (Omissis) tg. (Omissis) condotta da (Soggetto 2) e di avere commesso il fatto dopo le ore 22 e prima delle ore 7. In (Omissis), in data 17.6.2018

2. Avverso tale provvedimento ha proposto ricorso per Cassazione, a mezzo del proprio difensore di fiducia, (Soggetto 1), deducendo, cori un unico motivo, di seguito enunciato nei limiti strettamente necessari per la motivazione, come disposto dall'art. 173, co. 1, disp. att., cod. proc. pen. inosservanza ed erronea applicazione degli artt. 356 cod. proc. pen., 114 disp. att. cod. proc. pen., 186 cod. strada, 192, 530 e 533 cod. proc. pen. nonché mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione.

Il ricorrente censura la sentenza impugnata in relazione alla motivazione con cui è stato ritenuto soddisfatto l'obbligo di avviso di cui all'articolo 114 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. Pacifico sarebbe che non vi sia stata alcuna verbalizzazione di tale avviso e che, se eventualmente dato, l'avviso in questione lo sarebbe stato in forma orale. Tuttavia, evidenzia il ricorrente che la teste escussa, oltre a non avere indicato alcuna specifica ragione a sostegno del fatto che l'avviso in questione non sia stato verbalizzato, non si è espressa nemmeno in termini certi in relazione all'avviso stesso.

La teste, infatti, ha affermato essere prassi generalizzata seguita dall'ospedale di (Omissis) quella di dare l'avviso in casi come quello che ci occupa, ma ha detto di non ricordare il caso specifico.

La sentenza impugnata, pertanto, non opererebbe un buon governo del principio affermato da questa Corte di legittimità con la sentenza 18349/2021 che, ove la prova dell'avviso non trovi la sua fonte in un atto scritto ma in una deposizione testimoniale, vuole che il giudice debba verificare l'attendibilità nella testimonianza in merito a quanto dal testimone direttamente percepito nell'immediatezza dei fatti ma non verbalizzato, dando conto delle specifiche ragioni sottese alla mancata verbalizzazione dell'avviso. Né l'eventuale mancato avviso sarebbe sanato per il ricorrente dal fatto che il prelievo ematico sarebbe stato comunque eseguito per finalità terapeutiche.

Ciò non solo perché la più recente giurisprudenza di questa Corte (Sez. 4 n. 8862/2020) è andata orientandosi nel senso che l'avviso al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia va dato anche quando il prelievo ematico venga svolto in precedenza per finalità terapeutiche e poi sul medesimo prelievo già operato autonomamente dalla struttura a fini di diagnosi e cura venga richiesto un ulteriore accertamento da parte della polizia giudiziaria. Ma anche perché nel caso che ci occupa è stato eseguito un solo ed un unico prelievo ematico, successivo alla richiesta operata dai carabinieri di (Omissis) al pronto soccorso del nosocomio di (Omissis). La richiesta, infatti, e delle 00:40 del 18/6/2018 mentre l'effettuazione degli esami, da cui è risultato un tasso alcolemico di 1,50 grammi litro è delle 1:30. Di conseguenza, secondo il ricorrente, è da escludere che il prelievo eseguito sul (Soggetto 1) sia stato effettuato per motivi terapeutici.

3. Nei termini di legge ha rassegnato le proprie conclusioni scritte per l'udienza senza discussione orale - non essendo stata chiesta la trattazione in pubblica udienza - il P.G., che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

CONSIDERATO IN DIRITTO

1. I motivi sopra illustrati appaiono fondati e, pertanto, la sentenza impugnata va annullata con rinvio per nuovo esame ad altra sezione della Corte di Appello di Torino.

2. Ed invero, sin dal primo grado di giudizio risulta che il difensore ricorrente abbia lamentato non esservi prova che, prima dell'esame ematico a cui è stato sottoposto, al proprio assistito sia stato effettuato l'avviso di cui all'articolo 114 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale.

Ciò in quanto, come correttamente si rileva in ricorso, questa Corte di legittimità ha ormai affermato il principio che, in tema di guida in stato di ebbrezza, la polizia giudiziaria deve dare avviso al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia, ai sensi degli artt. 356 cod. proc. pen. e 114 disp. att. cod. proc. pen., non soltanto ove richieda l'effettuazione di un prelievo ematico presso una struttura sanitaria ai fini dell'accertamento del tasso alcolemico, ma anche quando richieda che tale ulteriore accertamento venga svolto sul prelievo ematico già operato autonomamente da tale struttura a fini di diagnosi e cura, sicché, in definitiva, detto obbligo non sussiste solo quando la polizia giudiziaria si limiti ad acquisire la documentazione dell'analisi (Sez. 4, n. 8862 del 19/2/2020, Zanni Rv. 278676; conf. Sez. 4, n. 11722 del 19/02/2019. Ellera Rv. 275281).

Ebbene sul punto la sentenza impugnata, come già quella di primo grado, richiama la testimonianza della dottoressa (Soggetto 3), che ha riferito di una prassi sistematicamente adottata dall'ospedale di (Omissis) di dare tale avviso allorché la richiesta di esami ematici provenga dalla polizia giudiziaria e sia finalizzata all'accertamento della presenza di alcol nel sangue, ma ha riferito di non ricordare alcuna specificità del caso concreto.

In motivazione si dà atto della richiesta da parte dei Carabinieri di (Omissis) al nosocomio affinché venisse dato l'avviso al paziente, ma tale avviso non risulta annotato né verbalizzato in alcun atto pubblico e la motivazione del provvedimento impugnato si presta alle operate censure di legittimità laddove non dà conto del perché tale avviso non risulti annotato in alcun atto, né delle circostanze che abbiano impedito tale annotazione. E, per contro, esprime un mero giudizio di verosimiglianza, deducendo dal fatto che vi sia stata una richiesta e che fosse prassi dell'ospedale a fronte di tale richiesta di dare l'avviso che lo stesso avviso sia stato dato.

3. Fondato appare anche il rilievo secondo cui dagli orari della richiesta e delle successive analisi ematiche appare evidente che siamo di fronte a un caso in cui queste ultime sono state effettuate dopo che è pervenuta la richiesta dall'organo di polizia che aveva accertato il sinistro stradale. E nemmeno risultano evidenziate in sentenza le ragioni che avrebbero richiesto delle analisi ematiche per fini terapeutici.

Con tutti questi temi dovrà, pertanto, confrontarsi il giudice del rinvio, essendo stata l'eccezione sulla prova dell'avviso tempestivamente sollevata sin da prima che venisse pronunciata la sentenza di primo grado in ossequi al dictum di questa Sez. 4, n. 11722 del 19/2/2019, Rv. 275281.

P.Q.M.

Annulla la sentenza impugnata e rinvia per nuovo giudizio ad altra Sezione della Corte d'Appello di Torino.

Così deciso in Roma, 25 gennaio 2023.

Depositato in Cancelleria il 13 febbraio 2023.

 

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